Identità digitale e Spid, tutte le cose che il governo deve ancora fare

Identità digitale e Spid, tutte le cose che il governo deve ancora fare


I 40 milioni per Spid, il sistema pubblico di identità digitale, che non sono stati ancora assegnati. Il decreto per avviare il progetto di It Wallet, l’app nazionale per conservare carta di identità, patente, passaporto e altri documenti personali, che manca all’appello. E la tabella per lanciarlo in ritardo. Il cantiere dell’identità digitale, uno dei piani nazionali di innovazione più cari al governo Meloni, sta rallentando. E, ironia della sorte, non è detto che sia un male. Perché il tema è delicato e fare in fretta non ripaga. E perché la partita si gioca innanzitutto in Europa, dove però finora l’Italia è stata assente ai tavoli che contano.

La situazione:

  1. Il duopolio Spid-Cie
  2. I fondi per Spid
  3. Il progetto It Wallet
  4. Il portafoglio europeo
  5. La sorveglianza di Agid

Il duopolio Spid-Cie

Premessa prima di procedere nell’analisi dei fatti. In Italia oggi esistono due sistemi di identità digitale. Uno è Spid. Consente di accedere ai servizi online della pubblica amministrazione e ha tre livelli di sicurezza, a seconda del tipo di operazione. Spid è affidato a dodici aziende private, alcune delle quali fanno pagare l’attivazione. Il secondo è la Carta di identità elettronica (Cie). È un documento emesso dal ministero dell’Interno e prodotto dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, costa 16,79 euro, e si avvale di un codice pin e uno puk. Fino a poco tempo fa, per usarla, era necessaria un lettore apposito, perché contiene un chip nel quale sono conservati tutti i dati personali. Ora esiste un sistema di attivazione digitale, Cie Id.

In parallelo, da tempo la Commissione europea coltiva l’ambizione di realizzare una app (il wallet) dove i cittadini possono caricare i propri documenti personali, come carta di identità, patente, ma anche tessera sanitaria o titoli di studi, e condividerli, quando richiesti, solo per lo stretto necessario. Esempio: se devo acquistare un super alcolico e dimostrare di essere maggiorenne, mi basterà mostrare alla casa del supermercato la sola data di nascita.

Il wallet è la ricaduta più pratica della riforma del regolamento Eidas, che riguarda l’identità elettronica comunitaria, e la Commissione punta a lanciarlo nel 2026, con qualche mese di ritardo sulle aspettative iniziali. Motivo per cui ha già distribuito 37 milioni per lo sviluppo e la realizzazione di alcuni test. Il wallet non sostituirà i sistemi di identità nazionali ma sarà un contenitore di vari documenti.

Il portale del portale del ministero dell'Interno dedicato alla Cie

Ora la carta di identità elettronica si può usare anche in mobilità, attivando diversi livelli di sicurezza, senza bisogno del lettore

I fondi per Spid

A che punto siamo in Italia? Partiamo da Spid. A febbraio Wired per primo racconta del problema delle convenzioni scadute con i gestori del sistema di identità digitale a fine 2022 e prorogate dall’Agenzia per l’Italia digitale (Agid) fino al 23 aprile per non bloccare il servizio. In primavera dodici operatori (Aruba, Etna Hitech, Infocamere, Infocert, Intesi, Lepida, Namirial, Poste, Register, Sielte, Teamsystem e TI Trust Technologies) si impegnano a tenere in piedi Spid in cambio di 40 milioni di aiuti dal governo per far fronte alle spese di erogazione e assistenza, sia ai cittadini sia ai 12mila enti pubblici. Nei mesi successivi gli operatori firmano un nuovo contratto biennale. Che prevede, tra le altre cose, che in base al numero di identità gestite (l’81,4% è in mano a Poste) ricevano in proporzione una fetta della torta.



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di Luca Zorloni www.wired.it 2023-12-01 06:00:00 ,

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